Se l'errore è "figlio" della stanchezza imposta dal sistema, il colpevole potrebbe non essere chi indossa il camice. In questo articolo analizziamo come i concetti di inesigibilità e nesso causale stiano diventando lo scudo più forte per i professionisti sanitari.
1. Il concetto di "Inesigibilità" della condotta
Nel diritto penale moderno sta emergendo con forza il principio di inesigibilità. I giudici, sempre più spesso, riconoscono che non si può pretendere (o esigere, in termini giuridici) da un essere umano la stessa soglia di attenzione e lucidità dopo 12 o 24 ore di lavoro continuativo.
Una recente ordinanza della Cassazione Lavoro (n. 17976/2022) ha segnato un punto di svolta, confermando che sottoporre i medici a turni massacranti viola l'art. 2087 del Codice Civile, norma che impone al datore di lavoro di tutelare l'integrità psicofisica del dipendente.
Cosa significa in pratica?
In sede penale, questo principio si traduce spesso in un'assoluzione per l'operatore sanitario. Se l'errore commesso è dovuto a un calo fisiologico di attenzione causato da turni illegali o disumani, viene a mancare l'elemento soggettivo della colpa. Non è negligenza del medico, ma un crollo inevitabile indotto dall'organizzazione.
2. L'importanza del "Nesso Causale" e il Giudizio Controfattuale
Un altro scudo fondamentale per la difesa del professionista è il cosiddetto giudizio controfattuale. In situazioni di grave carenza strutturale – come la mancanza di anestesisti, l'assenza di posti letto in terapia intensiva o sale operatorie occupate – la difesa può puntare a dimostrare l'interruzione del nesso di causa.
La tesi difensiva si basa su questa domanda: "Se anche il medico fosse stato tempestivo e perfetto nella sua azione, l'evento avverso si sarebbe verificato comunque?"
La Cassazione Penale (sentenza n. 50278/2023) ha ribadito che il nesso di causa va provato con un "alto grado di credibilità razionale". Se si dimostra che il sistema non funzionava e che la struttura non era in grado di gestire l'emergenza a prescindere dall'operato del singolo, il medico non può essere reso il capro espiatorio di inefficienze strutturali.
3. Tre Consigli Pratici per Tutelarsi
Nonostante l'evoluzione giurisprudenziale favorevole, prevenire è sempre meglio che difendersi in tribunale. Ecco tre azioni concrete da attuare subito:
1. Incident Reporting (Segnalazione del Rischio)
Segnalare sempre per iscritto le carenze di organico alla Direzione Sanitaria. Una segnalazione protocollata (Risk Management) che evidenzia, ad esempio, la copertura di un turno con un numero insufficiente di unità, costituisce una "prova d'oro" in un eventuale giudizio futuro. Dimostra che il medico aveva allertato l'azienda del pericolo.
2. Richiedere Ordini di Servizio
Se vi viene chiesto di coprire un turno extra o di saltare un riposo, chiedete un ordine di servizio scritto. Questo documento certifica che la vostra presenza in condizioni di stanchezza non è stata una scelta volontaria o imprudente, ma un adempimento a una richiesta gerarchica.
3. Conoscere la Legge (Art. 1218 c.c.)
Essere consapevoli che la Legge Gelli-Bianco sposta il rischio maggiore sulla struttura (responsabilità contrattuale ex art. 1218 c.c.) aiuta a vivere la professione con meno "ansia difensiva". L'ente ospedaliero risponde delle disfunzioni organizzative, manlevando spesso il professionista.
Fonti e Approfondimenti
Per chi volesse approfondire i riferimenti normativi e le sentenze citate, ecco i link diretti alle fonti ufficiali e alle analisi giuridiche: